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LA TERRA DELLE DONNE

Febbraio 27 @ 18:30 - 23:00

ITALIA

LA TERRA DELLE DONNE

martedì 27 febbraio ore 18:30 e ore 21:00

di Marisa Vallone

Italia, 2023 – 104 min
Drammatico
titolo originale: La terra delle donne
Premio “Mariangela Melato” per la migliore interpretazione femminile a Paola Sini

Durante la Seconda guerra mondiale i destini di quattro donne, appartenenti ognuna a modo suo alla stessa famiglia considerata “disgraziata”, si intrecciano inesorabilmente nei luoghi incantati della Sardegna.

ATTENZIONE!

L’accesso alla proiezione è consentito solo ai tesserati.
Si prega di arrivare almeno mezz’ora prima dell’inizio dello spettacolo in occasione della sottoscrizione della tessera.
L’accesso al parcheggio del Teatro è esclusivamente da via Don Bosco.

come partecipare

Le proiezioni sono riservate ai soci. Per partecipare basta sottoscrivere la tessera al costo di 10€. Le proiezioni richiedono un contributo minimo di 5€ per l’ingresso.

Recensione

L’opera prima di Marisa Vallone, ci porta nella Sardegna rurale del secolo scorso, dove la società era matriarcale, il cristianesimo e la spiritualità pagana coesistevano e la natura era madre e non matrigna.
Nella Sardegna centro-meridionale della prima metà del secolo scorso, la settima figlia di una famiglia di sole femmine veniva considerata una “coga”, e cioè una strega. Le coghe non potevano avere figli, ma i loro sortilegi e la loro capacità di interpretare i segnali della natura erano garanzia di un ruolo sociale e quindi di rispetto. Le coghe erano forti, istintive, a volte pericolose e soprattutto solitarie, proprio come la protagonista femminile de La terra delle donne, opera prima, ipnotica e “sinestetica”, della regista barese Marisa Vallone. Il suo film, proprio come una poesia di Quasimodo, Baudelaire o Rimbaud, non cattura solamente la vista e l’udito, ma chiama in causa anche gli altri sensi, perché stabilisce un legame viscerale con la terra e con l’acqua, che è simbolo di rinascita, rinnovamento, purificazione e della vita stessa.

Ma facciamo un passo indietro, precisando che La terra delle donne nasce dall’incontro fra due artiste con il fuoco sacro dell’ispirazione negli occhi e il comune desiderio di raccontare una società solidamente matriarcale e legata alla magia. Le due artiste sono la stessa Marisa Vallone e l’attrice Paola Sini, sarda come il personaggio principale della vicenda (Fidela) e convinta che, qualunque sia il viaggio che il destino ha in serbo per noi, quello che siamo ci seguirà per sempre. Non voleva un film a basso budget la Sini, ma una rappresentazione fedele di un mondo che sopravvive lontano dalla società liquida a cui ci siamo perfettamente adattati. Ci sono voluti sette anni per trovare i finanziatori giusti, ma valeva la pena aspettare, perché la ricostruzione d’ambiente è ottima, la macchina da da presa di Marisa Vallone più che muoversi danza, mentre la fotografia di Luca Cossin riesce a immortalare perfettamente una natura che è amica (almeno di Fidela) e che accoglie l’essere umano in una molteplicità di grembi, ad esempio grotte e pozzi. Il tutto in uno scenario in cui è visibile l’influenza della pittura preraffaellita.

Se abbiamo parlato di grembi è perché La Terra delle donne è anche un tentativo riuscito di abbracciare il mistero della maternità nelle sue varie declinazioni. Ci sono infatti, nel film, la maternità accettata e quella rigettata, la maternità naturale e quella adottiva, la maternità pretesa e giudicata e la maternità che diventa un’ossessione, come nel caso di Marianna, la sorella maggiore di Fidela. Marianna (Valentina Lodovini) parte per il Belgio in cerca di una cura per la sua amenorrea, per poi tornare a casa ostentando una continentalità che in fondo non le appartiene. È chiaro che un tema come questo nasconde l’esigenza di della regista di parlare del carico di aspettative, responsabilità, pregiudizi, e perfino di violenza, che grava sulle donne di ieri e di oggi, ma ciò non fa de La Terra delle donne un film femminista. Semplicemente, gli uomini vanno in guerra e vengono ammazzati, oppure si salvano e fanno la storia, mentre le donne regolano il funzionamento della società, solo che capita ancora che non siano messe in condizione di farlo.

Fidela è fondamentale per gli abitanti del villaggio, perché fa partorire le donne e toglie il malocchio. Eppure la coga dai lunghi capelli neri ha addosso gli “occhi appuntiti” della gente, che la giudica senza conoscerla. Ma Fidela, che ha accettato fin da subito il suo destino, diventa più forte e sicura di sé quando le viene affidata Bastiana, un’altra settima figlia nata da una relazione illecita fra un soldato e una contadina. E allora alle madri di cui sopra se ne aggiunge una nuova: feroce come un’orsa con i suoi cuccioli, ma nello stesso tempo dolce, accudente e protettiva. Bastiana diventa quindi lo strumento dell’empowerment di Fidela, in una ricerca di identità che passa attraverso l’accettazione di sé e del proprio anticonformismo, esemplificato da quella veste viola che contrasta con il colore chiaro delle strade polverose e il verde dei boschi.

Un’altra dialettica interessante, ne La terra delle donne, è quella fra la religione cristiana e la spiritualità pagana. Anche in questo caso gli opposti si attraggono, o meglio felicemente convivono, e talvolta si mescolano, in un ciclo continuo di rinnovamento. Tuttavia la natura sopravvive rigenerandosi continuamente, mentre “per gli uomini, come per le bestie” a un certo punto arriva la morte. E allora le maschere dei Mamuthones che si vedono di tanto in tanto nel film non sono soltanto il simbolo di quella parte di noi che mostriamo agli altri, ma, rappresentando per tradizione i prigionieri o il bestiame assoggettato all’uomo, fanno pensare alla caccia alle streghe e alle sue vittime. Cominciata nel XV secolo in seguito alla bolla pontificia Summis desiderantes affectibus, promulgata da Innocenzo VIII, ha segnato la vittoria della paura sull’energia, nel senso di prana, forza vitale. L’energia però si rinnova, e da sottile può diventare invincibile e onnipotente, dando dignità e risolutezza a tutte le Fidele del mondo.

Carola Proto

tutte le info

Dettagli

Data:
Febbraio 27
Ora:
18:30 - 23:00
Categoria Evento:

Luogo

Teatro Don Bosco
via Roma 73
Caserta, Caserta 81100 Italia
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